Self-publishing, editoria tradizionale ed editoria a pagamento: quali sono le differenze?

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Quando si vuole pubblicare un libro, le strade da poter percorrere sono tre:

  1. ricorrere all’editoria tradizionale, quindi inviare il proprio manoscritto presso una casa editrice, attendere il responso della cosiddetta “valutazione” e, se questo responso è positivo, affidare la propria opera alle cure dello staff editoriale;
  2. ricorrere all’editoria a pagamento o EAP, quindi pagare una casa editrice affinché pubblichi il manoscritto;
  3. ricorrere al self-publishing o autopubblicazione, quindi assumere su di sé tutti i costi di prestampa (editing, correzione di bozze, copertina, impaginazione, ecc), stampa (tipografia, ISBN, deposito legale, ecc) e post-stampa (distribuzione e promozione).

Molti autori, ancora oggi, non conoscono la differenza tra il self-publishing, l’editoria tradizionale e la cosiddetta editoria a pagamento (o EAP), ma, cosa ancor più grave, credono che sia normale pagare un editore per essere pubblicati. É necessario puntualizzare che pubblicare un libro non è mai gratis: mettere in vendita il proprio libro nelle varie librerie online è privo di costi, ma pubblicare un libro è un’operazione molto più complessa, diversa dal semplice caricare un file su Amazon.

Pubblicare davvero un libro significa farne l’editing, la correzione di bozze, curarne l’impaginazionee convertirlo nei formati digitali richiesti, creare una copertina di qualità, scrivere un testo di quarta accattivante, mettere in vendita il libro su tutti i canali possibili, e poi promuoverlo, cercando di raggiungere i lettori giusti e di ricevere recensioni positive per incrementare le vendite. Tutto questo ha un costo e ce l’ha sia per l’editore tradizionale, sia per un autore che ha deciso di optare per il self-publishing. Ma vediamo, innanzitutto, in cosa consiste questo famigerato self-publishing e quali sono le differenze con l’editoria tradizionale e con quella a pagamento o EAP).

Il self-publishing

Con il termine self-publishing o autopubblicazione, s’intende la pubblicazione di un libro (o di altra opera editoriale) da parte dell’autore, senza passare attraverso l’intermediazione di un editore. Nel caso dell’autopubblicazione, l’autore si incarica di seguire tutte le fasi della realizzazione dell’opera, avvalendosi eventualmente di qualche figura professionale esterna per condurre operazioni come l’editing, la correzione di bozze, l’impaginazione professionale e la creazione di una copertina accattivante.

L’editoria tradizionale

Nel caso dell’editoria tradizionale, tutte le spese sono a carico dell’editore, che assume su di sé l’onere di realizzare e distribuire l’opera, promettendo una remunerazione del diritto d’autore, in genere in forma percentuale (solitamente dal 3% al 10% sul prezzo di copertina). Tra i tanti manoscritti che riceve, l’editore tradizionale, ovviamente, seleziona solo quelli per i quali crede valga la pena di investire le sue risorse, perché pensa che potranno vendere bene e quindi creare un profitto. Ogni libro per un editore significa costi molto alti, e tutti da anticipare, con profitti sempre dubbi e comunque futuri. Si chiama rischio di impresa ed è giusto che sia così, ma, proprio per questo, è altrettanto giusto che le case editrici siano molto selettive nella pubblicazione dei manoscritti su cui intendono investire.

L’editoria a pagamento o EAP

Nel caso dell’editoria a pagamento, invece, esiste sempre la figura dell’editore, ma le spese sono a carico, in tutto o in parte, dell’autore o di chi lo sponsorizza. Una casa editrice a pagamento non fa nessun investimento, non si assume nessun rischio imprenditoriale: è vero, affronta alcune spese come l’impaginazione, la creazione della copertina e la stampa (nei casi più fortunati anche una veloce correzione di bozze), ma è preventivamente coperta dal versamento dell’autore. Non ci sono quindi rischi economici per un EAP, e, anzi, ci sono guadagni certi, a prescindere dalle vendite del libro. In sostanza la “pubblicazione” con un editore a pagamento (o EAP) non è altro che una stampa molto costosa! Inoltre, non dovendo investire le proprie risorse nella pubblicazione di un libro, l’editore a pagamento non sottopone i manoscritti a una revisione formale, all’editing, all’attenzione di un grafico per impaginarli professionalmente; anzi, l’editore a pagamento spesso e volentieri i libri che “pubblica” non li legge nemmeno perché tanto lui li deve solo stampare e deve farsi pagare profumatamente dall’autore! Gli autori pensano, dunque, di avere scritto il capolavoro del secolo e non capiscono, invece, che ogni testo ha bisogno di uno sguardo critico, di una revisione o, almeno, di una correzione di bozze o di una copertina ben strutturata.Nonostante tutte queste dinamiche poco professionali, molti autori preferiscono pagare un editore per pubblicare i propri libri. Nel prossimo articolo cercheremo di spiegarvi il perché, illustrandovi i 5 falsi miti dell’editoria a pagamento.

Un pensiero su “Self-publishing, editoria tradizionale ed editoria a pagamento: quali sono le differenze?

  1. Ho incontrato numerosi “editori” di quel tipo, che chiedevano un “minimo” contributo alle spese di pubblicazione consistente nell’acquisto di centro, a volte duecento copie del libro, della cui vendita mi sarei dovuta occupare personalmente investendo altro denaro. Fortunatamente non ho mai abboccato a simili proposte, anche se all’inizio mi sono apparse golose.

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